martedì 23 giugno 2009

esperienza di Francesco Sinister membro MaS


La consapevolezza di se è il primo strumento per potersi rapportare in modo corretto e costruttivo agli altri, ed allo stesso tempo è l’unica risorsa che ci permette di “crescere” continuamente.
Molte volte conoscersi significa mettersi in gioco, sperimentare, osservare le proprie reazioni in situazioni poco conosciute, osare, provare.
Si, è facile a dirsi in teoria, ma non sempre facile da attuare in pratica.
La vita reale è la vita reale: sappiamo bene che raramente si ha la possibilità di sperimentare ed esprimersi liberamente.
Second Life ha il pregio di offrire una scorciatoia, un aiuto.
Su Second Life è più facile (e rapido) scrollarsi di dosso le zavorre che nella vita reale ci frenano: è più semplice “essere” quello che si vuole (pensate per un attimo agli infiniti aspetti che potete dare al solo avatar, diretta rappresentazione di come vorremmo apparire).
All’inizio si da sfogo alla voglia di crearsi l’aspetto più desiderato, poi però (inevitabilmente) ci si rende conto che non solo l’avatar ma anche il proprio modo di fare, il proprio modo di essere, risente delle libertà che Second Life offre.
Ci è concesso di essere talmente liberi.
Si ha la possibilità di provare, sperimentare, osare, in modo semplicissimo.
Molti non sfruttano questa opportunità, altri ne rimangono affascinati e pochi si “buttano”.
Io mi sono buttato.
Ci ho messo un sacco di tempo a decidermi... sono un diffidente di natura.
Benedetto fu quel “proviamo”.
Dall’iniziale diffidenza passai al puro motore della curiosità.... poi arrivarono i dubbi e poco dopo le immediate risposte... poi le sensazioni, le emozioni, tremendamente vere, vive, reali.
Si, perché un avatar lo puoi modificare come vuoi su Second Life, ma le sensazioni no. Sono le tue, tremendamente reali, vere, ed assolutamente tue.
Non si scappa: se mentre “giochi” su Second Life ti sembra, ad esempio, di provare un brivido e guardandoti un braccio vedi che la pelle d’oca l’hai nella vita reale... beh allora ti rendi conto che cuore, mente, anima, cervello, carattere etc. non si possono deliberatamente separare fra la vita reale e Second Life.
Puoi creare mille burattini ma il burattinaio sei sempre e solo tu.
E’ passato un anno da quando decisi di intraprendere questo percorso a me sconosciuto: il BDSM in Second Life; lo feci al MaS, comunità italiana che mi sembrò perfetta (vista anche la mia drammatica carenza nelle lingue straniere) dal punto di vista della serietà, della passione messa nel progetto e dal giudizio che avevo sulle persone che la frequentavano: intelligenti, curiose, vive e sensibili.
Un anno... e pensare che iniziai credendo di completare l’esperienza in una settimana...
Un anno si, e non la vedo ad oggi assolutamente conclusa.
All’inizio fu naturalmente uno shock: tutto sembrava poter essere messo in discussione, tutto “doveva” essere messo in dubbio... niente era dato per scontato.
Vedevo tutto in modo diverso, più ampio, più libero e soprattutto senza inibizioni.
Se affronti il percorso in modo costruttivo, curioso e soprattutto rispettoso, in poco tempo “prenderai il ritmo” e ti accorgerai che hai ancora tanto da imparare su te stesso, molte sicurezze traballeranno, ti crederai indebolito e vulnerabile... ma, non si sa come, “sentirai” comunque che è la strada giusta.
Capisco che possa sembrare “sola” teoria, anche io avevo la stessa sensazione. Ecco perché, sapendo bene che la teoria non mi bastava, decisi per la pratica.
Non è facile descrivere con le parole nessuna sensazione (anche perché tutte sono fortunatamente soggettive) e non sono certo qui a scrivere con la pretesa di spiegarvi cosa si prova al MaS.
Scrivo queste righe soltanto perché vorrei farvi partecipi di una scoperta che per me è stata realmente ed inaspettatamente fondamentale, scrivo affinché possiate farvi un’idea di quanto possa essere prezioso affrontare un percorso nuovo, sconosciuto, con voi stessi.
Il MaS ha anche un’importante particolarità: nasce con la convinzione che per poter vivere certe esperienze in Second Life la vita reale debba essere tenuta fuori.
A differenza di altre comunità simili in Second Life, il MaS si fonda sulla consapevolezza che la vita reale qui non ha rilevanza, e che quindi non deve essere nemmeno toccata.
Questa idea vuol significare una ulteriore “protezione” per chi decide di “mettersi in gioco”. Potete essere quello che volete, come volete, in ogni forma, in ogni modo solo per permettervi di essere liberi di essere voi stessi.
Mettetevi in gioco, rischiate, spogliatevi, siate liberi. Abbiate il coraggio di “vivervi”, sotto ogni punto di vista.
Ne vale la pena.

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